Riflessioni sullo Jolla che verrà · g/ianguid/o.today
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Riflessioni sullo Jolla che verrà

Dopo la presentazione ufficiale di Jolla (che per inciso è sia il nome della società che del dispositivo), molteplici sono state le reazioni in rete, partendo dal “finalmente qualcosa di nuovo!” al “OMG KESKIFO SNEPGERGON 400”. Ebbene, delle mie considerazioni erano prevedibili , non vi pare? Ovviamente, tutto quello che leggerete qui è frutto di miei ragionamenti, misti a un po’ di gioco con l’emulatore rilasciato insieme all’SDK. Come sicuramente saprete (o forse no) Jolla monta sotto la scocca il tanto chiacchierato SailfishOS, sistema operativo rinato dalle ceneri di MeeGo il quale si propone come alternativa quasi completamente open-source ad Android, iOS e via discorrendo. L’implementazione di Jolla è stata molto chiacchierata, forse perché è la prima ad avere un rilievo commerciale e mediatico di grande dimensione. Da quanto si può apprendere dai vari video disponibili su YouTube , sembra che la società finlandese abbia fatto un lavoro egregio, considerando anche l’utilizzo del nuovo server grafico Wayland. A dirla tutta, credo proprio che in SailfishOS ci sia la prima vera, tangibile implementazione di Wayland su un sistema in produzione, e i risultati sono semplicemente stupefacenti. La navigazione tramite gesture utilizzata per districarsi tra i vari menù sembra molto fluida e reattiva, à-la-iOS. Il toolkit per disegnare le app è per fortuna unificato, di conseguenza esse saranno al 100% integrate con l’aspetto estetico del sistema. E questo è un grande, immenso pro. L’hardware non è il top della fascia: stiamo parlando di un Qualcomm Snapdragon 400. Il discorso da fare in questo caso è molto diverso rispetto a quello che domina in ambito Android: l’OS di Jolla è stato ottimizzato per girare su di esso. Quindi c’è da dimenticarsi frammentazione, lag dovuti all’ottimizzazione esclusiva per questo o quel SoC. Tutto questo mantenendo uno stile pulito, la grande moddabilità di un sistema basato su Linux, un dispositivo esteticamente bello e con uno slot per microSD.

 Il rovescio del device #

La feature che sicuramente attirerà più utenti è il cosiddetto** Other Half**, la parte removibile di Jolla. Ho visto in giro sul web molta perplessità a riguardo, e tuttora io stesso non sono completamente sicuro di come questo debba funzionare. In linea di massima, vedete l’Other Half come un modulo per Jolla. Si potrà personalizzare il proprio device con il proprio (o i propri) moduli: una tastiera fisica è già in sviluppo, ma non mancano i progetti per una batteria più capiente oppure un flash più potente. Penso che una cosa del genere sia il sogno nel cassetto di ogni smartphone user: la capacità di personalizzare anche a livello hardware, oltre che software. Personalmente non vedo l’ora di avere fra le mani uno Jolla con una bella tastiera fisica abbinata, con magari una batteria più capiente già all’interno! **Update: **Jolla tramite il suo account Twitter ufficiale ha dichiarato che i DevKit per l’Other Half sono in sviluppo, e conterrano tra le altre cose anche i modelli CAD per la stampa 3D della back cover!

Perplessità aliene #

Per aumentare l’appeal di Jolla, la società ha pensato che inserire un layer di compatibilità con le applicazioni scritte per Android sarebbe stata una buona mossa. Oggettivamente lo è, visto che oggi come oggi il robottino verde è al comando tra gli OS mobile nel mondo in quanto a distribuzione. I problemi secondo me sono due: Yandex Store e SailfishOS Harbour. Il primo è l’omonimo market Android alternativo l’altro è l’equivalente dell’Apple iOS Developer Center, dove si inviano le app per la pubblicazione su piattaforma mobile Apple. Le mie domande sono:

Perché hanno incluso un marketplace di app Android di default nel sistema? Perché accettano applicazioni Android nell’Harbour?

Posso capire le motivazioni di marketing, ma non credo che promuovere Jolla utilizzando come uno dei cavalli di battaglia la possibilità di eseguire applicazioni della piattaforma concorrente sia esattamente una buona idea, come nemmeno la possibilità di caricarle su Harbour. Basta pensare ad uno sviluppatore che vuole rendere disponibile la sua applicazione Android agli utenti Jolla. Questo, quasi sicuramente non si scomoderà a studiarsi il fantastico (dico davvero!) SDK messo a disposizione da SailfishOS ma bensì caricherà la sua app Java su Harbour ed al limite fixerà quei due-tre bug che capiteranno. È quasi controproducente!

Quadro d’insieme, competitività #

Tirando le somme, secondo il mio parere Jolla è una scommessa su cui puntare: L’SDK utilizza C++ e Qt, oltre al toolkit grafico Silica sempre scritto in Qt. L’OS ha la duttilità di Android con l’appeal grafico di iOS. C’è l’Other Half. L’hardware è performante e il software ottimizzato. Il team inoltre non è esattamente il primo gruppo di giovani startupper che trovate su Kickstarter o Indiegogo, infatti la maggioranza di loro proviene da Nokia. Quella che ha sfornato pietre miliari come la Nseries, Maemo o i famosissimi Communicator. La Nokia innovatrice, quella Finlandese.